martedì 21 novembre 2017

TAGS. Firme di writers


Si inaugura venerdì pomeriggio, con un vernissage che si preannuncia indimenticabile (!), la seconda edizione di TAGS, la mostra dei graffiti su carta realizzati da alcune classi dell'Istituto Comprensivo Quinto Nervi.

Il progetto didattico "Emozioni di Writers", da alcuni anni nel Piano dell'Offerta Formativa delle scuole secondarie di Quinto e Nervi, torna ad affacciarsi fuori delle aule per coinvolgere le famiglie e la cittadinanza nella splendida cornice del Castello della Passeggiata di Nervi.
Dal 24 al 29 di novembre, con orari continuati nel fine settimana, gli studenti, i docenti e i genitori coinvolti nell'operazione ARTENATURASUIMURI terranno aperta una finestra su quel che succede dentro e fuori le nostre scuole medie, mostrando muri ed emozioni, cose scritte e non dette, ispirazioni ed aspirazioni... insomma, roba di ragazze e di ragazzi che stanno crescendo.

giovedì 16 novembre 2017

Il Comitato Genitori si rinnova


Il Comitato Genitori dell'I.C. Quinto Nervi si riunisce in assemblea giovedì 23/11, dalle 16.20 alle 18.00, presso la biblioteca della scuola media Durazzo, a Quinto.

Il Comitato è nato nel 2013, contemporaneamente all'Istituto Comprensivo, e il primo compito che si è assegnato è stato proprio quello di accompagnare la formazione del nuovo comprensivo aiutando tutti i genitori, non solo i rappresentanti di classe, ad avvicinarsi alla scuola in modo costruttivo e propositivo: l'esperienza di questi anni ha dimostrato che la collaborazione delle varie componenti del mondo scolastico migliora la vita scolastica dei nostri figli e arricchisce sensibilmente il modo di vivere l'essere genitori.
I campi di attività del CG sono diversi, dalla partecipazione alla Commissione Biblioteche Scolastiche (che elabora e gestisce tutti i progetti didattici legati alla promozione del libro e della lettura: feste del libro, Miniscoop, seminari di formazione per educatori, allestimento biblioteche scolastiche, ecc.), agli interventi di piccola manutenzione degli spazi scolastici interni ed esterni (di concerto con l'Ufficio Tecnico del Municipio Levante), alla prevenzione della salute e della sicurezza dei piccoli pedoni. Per ripercorrerne un po' il cammino è possibile sfogliare questo blog, dove sono raccontate, spesso dai protagonisti, gran parte delle iniziative "firmate" dai genitori delle scuole di Quinto e Nervi.
Il Comitato si occupa anche di progetti di solidarietà e dell'organizzazione delle feste di fine anno, avendo sempre chiara la sua finalità prima ed ultima, cioè la valorizzazione della “persona-alunno”. Per questo ricerca la collaborazione di tutti i genitori richiamandoli ad un senso più esteso di «scuola» come «comunità educante».

Giovedì sarà l'occasione giusta per avvicinarsi a questa realtà così importante e vitale per l'Ist. Comprensivo Quinto Nervi, per capirne il funzionamento (abitualmente il CG opera attraverso piccoli "gruppi di lavoro" che rimangono in contatto tra loro attraverso le figure dei referenti di plesso), per chiarire, magari, alcuni aspetti della vita scolastica dei nostri figli che sembrano più complicati di quanto non siano, per mettersi in contatto con altri rappresentanti e, da loro, apprendere informazioni e consigli. 
Il Comitato è aperto a tutti e ogni anno si rinnova, a partire dal Direttivo, in modo da poter accogliere nuovi membri e nuove... forze!

mercoledì 15 novembre 2017

I tutor sono loro!


Domani i ragazzi della 3 E sono stati invitati a partecipare al Salone dello Studente da relatori, insieme al dirigente e all’animatore digitale, il Prof. Ratto. Condurranno un “workshop”, già la parola denota un contenuto interattivo, il corrispondente italiano “seminario” o “laboratorio” renderebbe meno interessante la proposta. Non è l’unica parola nuova e impegnativa che è entrata nelle nostre case dall’inizio dell’avventura nella sezione 2.0 della Durazzo: il viaggio è stato ricco di novità e di sfide. All’inizio, il fatto che fosse una classe sperimentale intimoriva, lo strumento digitale in mano a degli undicenni pareva una tentazione più che un apporto didattico, ma proprio su questo punto, ecco la prima sorpresa positiva: la grande attenzione da parte del corpo docente tutto per la responsabilità che ciascuno doveva avere per il suo tablet, il ragazzino, quindi, tenuto a firmare il suo primo contratto. Mantenere l’impegno a occuparsene, quindi a non perderlo, non romperlo e non usarlo in modo improprio non è stato una passeggiata. Ci sono stati incidenti di percorso e richiami, ma sicuramente è stato un forte motivo di crescita e di fiducia.

Domani si parlerà quindi dell’esperienza della “connected school”, di connessioni e collegamenti. È di moda la “contaminazione”? Certo e i nostri ragazzi l’hanno sperimentata. Ci hanno stupito con lo sviluppo di progetti e competenze, dagli esperimenti corredati di contenuti digitali a programmi di viaggio curati nei minimi dettagli, con la facilità a lavorare in gruppo e connessi in “rete” anche quando sedevano ciascuno a casa propria, illudendoci forse che saranno facilitati nel loro futuro, e con la poesia che ciascuno ha espresso, componendo fantasiose bacheche virtuali ispirate da un verso, un'immagine, una melodia.

Buon cammino ai nostri ragazzi 2.0 che hanno davanti una scelta difficile e che non mancherà di farli riflettere sul loro percorso alternativo e in bocca al lupo ai docenti che li hanno accompagnati, sperando che questi tre anni siano serviti da palestra per migliorare il loro progetto didattico e che abbiano confermato la validità della loro scelta.

Fabrizia Scortecci, mamma 3E

domenica 12 novembre 2017

Niente panico, è solo volontariato...

Ascoltare e confrontarsi aiuta sempre a capire qualcosa di più di quello che succede.
Ecco allora cosa veramente è successo ieri mattina, sabato 11 novembre, e nelle settimane precedenti nelle case di molti genitori di adolescenti che frequentano le scuole secondarie di Quinto e Nervi.

Domenico ha un figlio in seconda media e, commentando con la rappresentante di classe, fuori la palestra di cui è proprietario, alcuni recenti «fatti di cronaca» (due tentativi di aggressione fortunatamente andati falliti), si è reso conto di poter essere utile alle compagne di classe del suo ragazzino, alle loro amiche e sorelle.
È un papà e ha il desiderio e l'istinto di proteggere i propri figli esattamente come tutti gli altri genitori, ma è anche un istruttore con delle competenze specifiche: offre la propria professionalità, i propri spazi lavorativi e il proprio tempo libero per un'iniziativa di puro volontariato volta a incontrare le ragazze e a spiegare loro che, con un minimo di conoscenze pratiche e molto buon senso (su cui riflettere), possono evitare situazioni potenzialmente pericolose. 
Marina, la rappresentante di classe, ne discute a lungo con lui e insieme verificano se c'è la possibilità di estendere l'invito a tutte le classi delle scuole secondarie di primo grado del quartiere. Una decisione da prendere con grande attenzione e non sulla scia di facili entusiasmi o inutili isterismi: si tratta di 23 classi!
Una volta accertato che sì, si può fare, parte il lavoro dei genitori eletti nei consigli di classe: si ascolta, ci si confronta, si capisce e quindi si organizza. Rimarreste impressionati dalla quantità di messaggi che sono comparsi sulla chat che usiamo per mantenere i contatti tra tutte le famiglie delle medie, una chat cui partecipano 46 (46!!) genitori che spesso non si conoscono neppure per nome, e forse rimarreste più stupefatti dal sapere che ogni intervento è sempre stato serissimo, mai polemico, mai scontato: la proposta era ed è chiarissima, la gratitudine enorme, la necessità di coordinare bene ogni mossa lampante.
Nessun panico, insomma. 

E nessuna speculazione.

Domenico, su questo punto, è irremovibile: non ha bisogno di farsi pubblicità, il suo "corso" è volontariato, non ha accettato né accetta ricompense o doni. 
Ed ecco il risultato.




sabato 11 novembre 2017

Robotic for all

Proprio qui (vedi foto sopra e sotto), al terzo piano della Scuola Primaria Angelo Gianelli di Quinto, l'Istituto Comprensivo Quinto Nervi, con la collaborazione del Comitato Genitori, sta allestendo un atelier creativo di robotica che dovrebbe essere attivo dal secondo quadrimestre.

L'anno scorso, infatti, l'Istituto ha elaborato insieme alla Scuola di Robotica di Genova un progetto che è adesso stato finanziato dal MIUR (dettagli qui). In sostanza si tratta di organizzare un'aula per quel tipo di didattica laboratoriale che si occupa di sviluppare e potenziare le competenze digitali e logico-scientifiche, coerentemente con quanto contenuto nel Piano dell'Offerta Formativa e in osservanza, diciamo, alle indicazioni del Piano Nazionale per la Scuola Digitale.
Alla Gianelli finiranno con il convergere sicuramente tutte quelle attività -non solo extrascolastiche- che hanno a che fare con la robotica educativa e creativa, ma è da lì che potranno essere avviate ed eventualmente "esportate" nelle altre sedi attività legate alla continuità primaria/secondaria e anche all'istruzione domiciliare, campo in cui l'Istituto Comprensivo è impegnato da moltissimi anni.
Per non parlare dei percorsi di inclusione: «le tecnologie digitali e la robotica contribuiscono a promuovere l'apprendimento e le abilità relazionali di alunni con bisogni speciali; agendo da strumenti facilitatori dei processi di apprendimento, favoriscono la gestione autonoma delle attività, il lavoro di gruppo e permettono ad ognuno di esprimere competenze e creatività».
Insomma, un'enorme opportunità per tutti gli studenti e in particolare per la scuola che affaccia su Piazza Frassinetti, che ha pagato forse più di altre la contrazione di iscrizioni che si è verificata un po' ovunque negli ultimi 4/5 anni. 

Il Comitato Genitori è dunque attivissimo.
Il gruppo di lavoro per le attività di piccola manutenzione, coordinato dall'indomita
Carelli, si è rimboccato le mani e nel giro di poche settimane ha:
-reclutato un genitore che si è occupato del progetto di ristrutturazione dell'aula;
-attivato la procedura per la copertura assicurativa dei volontari;
-sgomberato il locale dagli arredi presenti,
-smontato e lavato le tende (che verranno anche ricolorate, a dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che non c'è nulla che possa arrestare Germana, neanche la tintoria 😉);
-asportato i vecchi pannelli che rivestivano le pareti dell'aula;
-rasato e stuccato le pareti;
-avviata la coloritura delle pareti e del soffitto;
-sostituito un vetro rotto in una delle finestre.

Naturalmente, la collaborazione dei genitori a questa impresa non finisce qui, ma è da questi piccoli, grandi sforzi che bisogna iniziare per rafforzare e rendere sempre più consapevole quella comunità educante di cui tante volte, sulle pagine di questo blog, si è parlato. 






venerdì 3 novembre 2017

Possiamo farci pagare?

V. Brancatisano, giornalista, scrittore e docente di diritto ed economia. Da una decina di anni si dedica ad inchieste riguardanti il mondo della scuola, alcune delle quali hanno originato il libro "Una vita da supplente" (Nuovi Mondi Media 2010).


Ma noi potremmo farci pagare per tutte le volte che la gente visualizza il nostro video sul web?


Il cestino lanciato in testa alla docente dell’ITI Galilei di Mirandola non è una sorpresa per migliaia di insegnanti alle prese tutti i giorni con ragazzi sempre più difficili.

Dalla scuola primaria alle scuole superiori si moltiplicano segnalazioni di casi che non si vorrebbero sentire. Eppure basta fare un giro su youtube per rendersi conto, grazie alle immagini registrate e rilanciate in rete dagli studenti medesimi, inconsapevoli forse di commettere così un reato, di che cosa possa succedere da un momento all’altro in qualunque aula.

“Ma noi potremmo farci pagare…?”, ha chiesto ai professori uno degli alunni protagonisti del video del cestino. Questa domanda deve far riflettere. Le insofferenze e i dispetti dei ragazzini contro gli insegnanti non sono un’esclusiva dell’era che stiamo vivendo, ci sono sempre stati. Ora però c’è l’impressione che lo scollegamento dalla realtà di molti adolescenti e anche di ragazzini in età prepubere sia arrivato a livelli di guardia.
Spesso non si rendono conto delle conseguenze dei loro comportamenti, probabilmente perché spesso non ce ne sono.
Alle spalle dell’episodio di Mirandola ci sono danneggiamenti di negozi con conseguente denuncia alle forze dell’ordine di alcuni studenti, oltre a vari eventi scolastici anche sanzionati dalla scuola, come il lancio di oggetti sui passanti. La minore età di molti di loro ha sempre rappresentato una corazza dietro cui tutto può accadere.

“Ovviamente questo dà loro quel senso di impunità che li fa sentire immuni a tutto”, spiegano i professori, che ricordano che il ragazzo del cestino, “chiamato a un colloquio in disparte con il maresciallo dei Carabinieri, la madre e la preside, urlava nei corridoi contro tutti come se niente fosse, faceva la vittima dicendo che danno sempre la colpa a lui”.

Il video è qui usato a propria discolpa, quasi rappresenti il contrario di cò che vi si vede.
E i genitori? si chiede ogni volta la collettività.
Davvero possono essere chiamati in causa come esclusivi responsabili del disastro educativo?
Chi lavora a scuola e riceve ogni giorno le famiglie sa quanta disperazione ci sia negli occhi di tante mamme che vorrebbero abbracciarti confidando nella scuola come ultima chance di salvezza per figli che si stanno perdendo.
“Non mi abbandoni, per favore”, ha chiesto la mamma del ragazzo del cestino alla preside del Galilei.
Un sabato tanti genitori sono andati a ripulire assieme ad alcuni studenti le aule imbrattate.
Forse occorre intervenire prima. Se non dalla culla, almeno dalla scuola dell’infanzia. Perché già in questa fase emergono i primi segnali che poi s’ingigantiscono alla primaria.
Arrivano segnalazioni di bambini che tengono in ostaggio la didattica, che pestano gli altri bambini con atti di bullismo, che menano e sbeffeggiano le maestre. Ne basta uno e non si fa più lezione.
Comportamenti che non si possono punire vista l’età e che rimandano all’educazione familiare ma anche a quella che arriva dalla televisione spazzatura, dai telefonini. Basterebbe ascoltare i ragazzi delle medie negli spogliatoi di una piscina qualsiasi. Emerge spesso una cattiveria sedimentata nel tempo, associata a una diffusa anaffettività che poi si riverberano nelle aule scolastiche dove si perde il senso della realtà e chiunque può diventare un nemico.
Sarebbe sufficiente leggere le pagine di sfottò create dagli adolescenti in piattaforme che si prestano a questo ignobile fenomeno, per capire quanto male si riesca a fare al proprio compagno di banco, alla studentessa dell’altra classe o dell’altra scuola o del proprio quartiere o paesino della provincia.

Nei giorni scorsi in una scuola superiore c’è stata una rissa tra due studenti lungo le scale. Ad allarmare la dirigenza oltre al fatto in sé è stato vedere centinaia di compagni e compagne aizzare i due, insensibili agli ordini di abbandonare le scale, per motivi di sicurezza, tanto che, tra le proteste, l’intervallo è stato sospeso per molto tempo. Qualche giorno più tardi un’assemblea sindacale presso un altro istituto è stata disturbata da fischi assordanti e privi di senso da parte di alunni.

Eppure la scuola fa tanto, forse anche troppo per gli studenti. La scuola vuole bene ai propri studenti. I docenti si portano a casa la vita dei loro alunni. Passano il loro tempo non più libero a stendere relazioni, progetti personalizzati sul singolo alunno con bisogni speciali. Lo prescrive la legge, loro obbediscono. Accanto ai numeri impressionanti di alunni con disturbi di ogni tipo dell’apprendimento, occorre preoccuparsi di una infinita mole di disastri che colpiscono la vita di molti bambini e adolescenti. La seperazione dei genitori, la malattia, la droga in casa e sotto casa, la violenza in famiglia e quella nel quartiere, le devianze, gli attacchi di panico che si moltiplicano ogni giorno con ambulanze che fanno la spola tra ospedale e istituti d’istruzione.
Il cestino dato in testa alla prof e poi in pasto alla rete e la testata al supplente dell’altro istituto professionale, poi costretto a dimettersi da scuola, non possono dunque essere atti di ribellione. Sono molto di più.

Vincenzo Brancatisano, OrizzonteScuola.it, venerdì 3 novembre 2017

giovedì 2 novembre 2017

Il diario della sicurezza

Nelle classi delle scuole primarie dell'Istituto Comprensivo Quinto Nervi (Da Verrazzano e Gianelli per Quinto, Fermi e Manfredi per Nervi), si lavora da mesi sul tema della sicurezza.
In collaborazione con l'INAIL è infatti in corso d'opera un bellissimo progetto di prevenzione e tutela della salute e della sicurezza, che parte sì dalle aule scolastiche ma si estende poi sin dentro le case e, soprattutto, nelle strade. 

Un argomento molto attuale e su cui le famiglie dei due quartieri sono molto sensibili, come ben testimoniano tante tra le manifestazioni e le iniziative dello scorso anno scolastico, dal corso di primo soccorso organizzato dal Comitato Genitori alle petizioni per il potenziamento della sicurezza stradale lungo via Donato Somma, a Nervi. 


La Direzione Regionale dell'INAIL ha infatti stipulato un accordo con la nostra scuola per la realizzazione di un diario scolastico della sicurezza da «rilasciare agli alunni delle scuole primarie appartenenti all’Istituto comprensivo di Quinto Nervi iscritti all’anno scolastico 2018/2019».

Ecco allora spiegato il fermento in tante classi del secondo biennio del primo ciclo d'istruzione: si studia, si disegna, si scrive, si discute, si crea...

Per entrare proprio nel cuore di questo importantissimo lavoro c'è Miniscoop, il giornalino online che da quasi 3 anni accompagna la vita scolastica di Quinto e Nervi. Sulle sue pagine iniziano a sbocciare i primi articoli. La settimana scorsa hanno fatto la propria comparsa Ina e Il, i due "esperti di sicurezza" protagonisti del futuro diario scolastico.


Leggere questi articoli insieme ai propri figli può essere una grande occasione non solo per condivere quello che accade a scuola, ma per aiutarli ad essere più indipendenti, più autonomi, più sicuri.