mercoledì 26 aprile 2017

Miniscoop... all'Inferno


Miniscoop è un giornalino scolastico online. Un bellissimo giornalino scolastico, a dire la verità. 
Funziona come un blog e dal 2015 riesce a dare voce e spazio a un migliaio di studenti tra Quinto e Nervi. 
Che sia una bella cosa non lo dico solo io: solo l'anno scorso Miniscoop ha vinto due premi per il giornalismo scolastico a livello nazionale
Aprile 2016 :«Fare il giornale nelle scuole», assegnato dall'Ordine dei Giornalisti Italiani
Agosto 2016: «Giornalista per un giorno», assegnato dall'Ass. Nazionale Giornalismo Scolastico

Attualmente sono stati pubblicati più di 300 articoli con una media di 1 pezzo ogni 2 giorni per ben due anni.
Ogni singolo contributo a Miniscoop è una piccola perla: gli articoli nascono nelle aule, dall'asilo alle medie, e vanno considerati a tutti gli effetti attività didattica, con il supporto e la direzione da parte degli insegnanti, ma da ognuno di essi viene sempre fuori qualcosa che con la scuola non ha necessariamente a che fare. Qualcosa di più personale, di più divertente, di più commovente, di più emozionante.

L'articolo di oggi, ad esempio, è la prima "puntata" di un lavoro svolto in una classe della sezione a indirizzo digitale dell'Istituto Comprensivo Quinto Nervi, con un titolo sospetto: «L'Inferno... aggiornato».


Leggetelo: lo spunto è dato dal programma di Italiano per le seconde medie, ma ci troverete dentro anche un po' di Storia, un po' di Educazione Civica, le nuove Tecnologie... e poi "tanta roba" proveniente dalla testa e dal cuore di un ragazzino (in gamba, eh!) di 12 anni: innanzitutto i genitori, per definizione infingardi dal primo all'ultimo che neanche la moglie di Putifarre, gli ovetti con la sopresa dentro, i gruppi whatsapp, i giochi da spiaggia, i rompiscatole (compagni? fratelli? amici? di nuovo mamma e papà?), il tifo sportivo e i tormentoni estivi, l'immaginario splatter di tanti film e videogiochi...
Da notare l'assenza di donne all'Inferno, a parte noi mamme, ça va sans dire, e solo un accenno alla scuola. Che storia, eh?